CLAUDIO BENZONI – CONTEMPORARY ART

CLAUDIO BENZONI

ARTWORK

Ideogram 2023 - Plexiglas® - cm32x32x16

Ideogram 2023 - Plexiglas® - cm32x32x16

Ideogram 2023 - Plexiglas® - cm20x20x20

φῶς (LUCE) 2020 - Plexiglas®, cm 60x40x10

Codex/1 _ 2022 - Carrara marble - cm38x50x9,5

Vaso di Pandora2022 - Carrara marble -cm 60x32x3212

Ideograms 2023 - Slate engraving, wood - cm35x35x21

Ideogram 2023 - Plexiglas® e acciaio inox - cm65x35

Sigillum 2022- Sealed book, in Plexiglas® - cm27x21x4

Unda 2018 - Stainless steel - cm165x150x50

Unda 2018- magnifying glass, detail cm 15x15

Nomadic words 2022, installation cm 400x210

Sigillum 2022- Sealed book, in glass bell - øcm20x34

cupola 2024, øcm 25x12,5

Ideogram 2023 - Plexiglas® - cm20x20x20

Codex/2 _ 2022 - Carrara marble - cm43x43x9,5

Unda 2018 - Stainless steel - cm165x150x50

Ideogram 2023 - Plexiglas® e acciaio inox - cm35x35

cupola 2024, øcm 25x12,5

Ideogram 2023 - Plexiglas® - cm20x20x20

OLTRE LA SOGLIA DELL’UNITÀ TRAVOLGENTE DELLA PAROLA

Nel paesaggio dei segni e delle forme scorrono fiumi, si aprono voragini, vorticano gorghi, si instaurano labirinti, zigzagano sentieri, risuonano accenti.

Dedali interminabili di forme ataviche, strani "geroglifici" apparentemente sempre uguali a se stessi, che arrivano improvvisi come una scarica elettrica della mente schizzata da remoti archivi della memoria.

Sono materia evocatrice dell'origine delle cose, ci immergono in una "tabula rasa" tutta da colmare. Sono forme creative che non conservano che la loro apparenza e non descrivono altro che se stesse.

Difference and repetition

“UNITAS MULTIPLAS”

Segni come ritmo continuo di nuove traiettorie, come ritmo organico, segni liberati dall’obbligo di voler significare, quindi senza linguaggio, senza rimandi all’immagine o alla scrittura, segni cioè che causano l’articolazione dello spazio senza essere in nessun modo un elemento dello spazio, ma solo ripetizione come invenzione e come conformazione bidimensionale dello spazio.

Ripetizione che è cambiamento, perché ciò che si ripete non è mai identico, ma è identico il ripetersi di ciò che si ripete.

Le opere segnano il passaggio da una concezione strutturata dell'immagine a una destrutturata, dove ogni singolo elemento è suscettibile di sviluppi.

Ci trasportano dove l'invisibile si fa luogo e dove ogni sfumatura ha un suo carattere proprio.